La Pet Therapy nasce ufficialmente nel 1969 e colui che per primo coniò questo termine fu il neuropsichiatra infantile Boris Levinson che ai tempi aveva in cura un bambino autistico con il quale non riusciva a instaurare alcun tipo di relazione. Un giorno, del tutto casualmente, durante una seduta, Levinson portò in studio il suo cane che in maniera naturale e spontanea, visto il bambino, cominciò a giocare con lui e fu quella la prima volta che il neuropsichiatra notò nel suo piccolo paziente un’ espressione di gioia.
Da quel momento Levinson decise di avvalersi dell’ausilio del suo cane per interagire col bambino raggiungendo ottimi risultati.
La Pet Therapy, pertanto, si connota quale terapia di supporto, o meglio, “co-terapia” dolce e non invasiva che, mediante l’ausilio degli animali d’affezione, si propone di migliorare la qualità della vita di tutte le persone che vivono in condizione di disagio fisico, psichico, relazionale, in stato di disabilità e non.
In linee generali, la Pet Therapy è indicata nei casi di: isolamento, solitudine, malinconia, depressione, inibizione, fobie sociali, difficoltà relazionali, stress, conflittualità, malattie neurologiche (Morbo di Alzheimer, demenza, ictus, ecc.); disordini dello sviluppo (Sindrome di Down, autismo, ritardo mentale, ecc.); patologie cardiocircolatorie, disturbi psichiatrici.
La Pet Therapy migliora la qualità della vita perché l’animale spontaneamente è in grado di:
- stimolare la motricità;
- combattere il senso di solitudine e isolamento sociale tenendo impegnato il soggetto;
- offrire affetto e attenzioni;
- conferire senso di sicurezza e rilassamento;
- determinare spunti di gioco e allegria
Pet Therapy e Disabilità
Nel 1999, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha elaborato una Nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute nota come ICF che invece di porre l’attenzione sulle conseguenze delle malattie, come avveniva in precedenza, si sofferma sugli elementi costitutivi di salute. L’ICF promuove un approccio multiprospettico e biopsicosociale integrando fra loro concetti di corpo, persona, ambiente, nonché le tre dimensioni biologica, individuale e sociale.
Se in passato la disabilità era intesa e vissuta come un’esperienza privata e personale, oggi l’approccio biopsicosociale ci invita a pensare alla disabilità come un fenomeno collettivo in cui ciascuno, cittadini e istituzioni, è chiamato a impegnarsi al fine di ridurre ed eliminare le barriere architettoniche che determinano e creano disabilità.
La “riscoperta” del ruolo terapeutico degli animali rientra quindi nella cosiddetta “umanizzazione” della medicina che opera un importante cambiamento di attenzione dalla malattia e dal malato alla persona intesa nella sua interezza bio-psichica.
Le Attività e Terapie assistite mediante l’ausilio degli animali rappresentano una serie di interventi e progetti a carattere educativo, ricreativo e terapeutico con l’obiettivo di apportare benessere e migliorare la qualità della vita.
TAA/AAA/AAE
Il concetto di Pet Therapy può essere tradotto in italiano come Uso Terapeutico degli Animali da Compagnia, vale a dire, Terapia Assistita dagli Animali o Attività Assistita dagli Animali, con la differenza che le TAA rappresentano dei veri e propri trattamenti terapeutici, da affiancare ad altre cure, rivolti a persone con problemi fisici e/o psichici; in questi casi viene stabilito un protocollo individualizzato che prevede la scelta dell’animale adatto in base allo scopo da raggiungere ed il sostegno di un team specializzato.
Le AAA nascono con la finalità di migliorare la qualità vita delle persone in quei casi in cui il paziente si trova in condizioni di segregazione quali la detenzione, il ricovero ospedaliero, la degenza in casa di riposo. Le attività sono svolte per lo più in gruppo, non avendo come presupposto un programma terapeutico ben preciso, se non quello di dare sostegno ai soggetti in difficoltà, e si caratterizzano per una valenza ricreativa e socializzante. Nell’Educazione Assistita dagli Animali: AAE la Pet Therapy è destinata a soggetti normodotati e viene utilizzata per aiutare i bambini nel loro processo di sviluppo della personalità, dell’affettività e della socializzazione attraverso la messa in atto di dinamiche ludico-educative al fine di favorire la comunicazione, nonché lo sviluppo e il potenziamento del senso di responsabilità e dell’autostima.
La Pet Therapy in Italia
In Italia, nel 1987 per la prima volta si comincia a parlare di Pet Therapy all’interno di un convegno interdisciplinare tenutosi a Milano sul tema: “Il ruolo degli animali nella società”. Qualche anno dopo, sempre a Milano, si è svolto un altro convegno internazionale avente come titolo: “Antropologia di una passione”, che sottolineava il ruolo terapeutico degli animali nella vita umana in generale e non soltanto nei soggetti psichiatrici . Nel 1996 è apparso in Italia uno dei primi programmi di terapia con animali, realizzato dalla Fondazione Robert Hollman di Cannero Riviera (Verbania), rivolto a bambini con deficit visivo e pluri-handicap. Anche a Padova c’è stato un immediato interesse per questo tipo di approccio terapeutico con un progetto denominato “La fattoria in ospedale” che, per la prima volta, portava gli animali domestici nelle corsie .
Il 28 febbraio 2003 è stato emanato il Decreto Legge del Presidente del Consiglio dei Ministri che introduce la Pet Therapy negli ospedali e negli istituti geriatrici . Il Decreto sancisce che la preparazione e la gestione degli interventi di Pet Therapy debbano essere affidate a persone che abbiano dimostrato di avere opportune competenze, nonché l’adozione di disposizioni finalizzate ad assicurare il benessere degli animali, evitarne riprovevoli utilizzi sia diretti che indiretti, consentirne l’identificazione mediante l’applicazione di appositi microchips, avvalersi della Pet Therapy per la cura di anziani e bambini. Da diversi anni sono fermi in Parlamento numerosi disegni di legge relativi alla Pet Therapy, a riprova del fatto che vi sia una certa sensibilità nei confronti di questa tematica da parte del mondo politico. Tuttavia, risultano infruttuosi i tentativi di regolamentare questi particolari trattamenti terapeutici largamente messi in atto al di fuori di una specifica normativa. È, infatti, dall’aprile 2003 che la Commissione Affari Sociali della Camera ha iniziato l’esame di due proposte di legge, una riguardante la promozione dell’utilizzo degli animali a fini terapeutici e l’altra che individua nella Pet Therapy uno strumento terapeutico di supporto in una pluralità di patologie, attraverso un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento di professionalità diverse: medico, veterinario, psicologo, pedagogista, biologo, geriatra, pediatra .